sabato 23 giugno 2012

Seconda giornata nella riserva di Phou Hin Poun, sulle rive del fiume Hinboun. Ha piovuto tutta la notte e i rumori sono stati pressoché continui. Non ho potuto capire di che si trattasse, ma c’erano suoni come di qualcuno che grattava le porte, qualcuno o qualcosa che sbandava nel bagno, uccelli preistorici là fuori che gracchiavano.

Stamattina la mia vicina di stanza ha trovato una sorpresa. Dopo aver cambiato letto durante la notte ed essersi messa in quello a fianco, a causa di continui rumori e la sensazione di qualcosa che andava e veniva, stamattina ha trovato il suo (primo) letto con un buco all’altezza del cuscino (il cuscino se l’era portato nell’altro letto) nel lenzuolo e nel materasso con il contenuto del materasso stesso tutto di fuori.
Si suppone un topo furioso che ha scavato per qualche ora. Fortunatamente lei si è comportata da donna di mondo, lamentando solo la notte insonne. In fondo siamo nella foresta tropicale, poteva andare peggio.


Siamo usciti per visitare i villaggi qui intorno. Il cielo sempre grigio (da quando sono partita da Roma non ho più visto un cielo azzurro) e una cappa di caldo interrotta di tanto in tanto da una pioggerella rinfrescante.
Ci avevano avvertiti che ci saremmo inzuppati di fango ma in effetti non immaginavo fino a che punto. Praticamente nelle non-stradine dei villaggi (poche case sparse in realtà) c’era una gran melma e grazie alla pioggia battente notturna a volte più che fango si trattava di vere e proprie pozze profonde fino alla caviglia.
Il paesaggio è idilliaco: un verde brillante ovunque, risaie, campi, e montagne tutto intorno di un verde più scuro. Qualche casa sparsa, ogni tanto un motorino che passa e due-tre macchine in tutto. La musica proveniente da una scuola elementare, con i bambini scalzi che corrono e giocano nel fango.

bamboo
Ci inoltriamo nella foresta, in una bellissima cornice tropicale, con banani, piante medicinali (ci spiega il ragazzo che ci accompagna), e altra vegetazione rigogliosa fino ad arrivare fino al fiume, il Nam None, dove troviamo una delle solite barchette per massimo 4 persone che ci trasporta all’interno di una gigantesca caverna.
Lì troviamo addirittura alcune spiaggette di terra o di ciotoli, è bellissima! Ci fermiamo per il pranzo e qualcuno fa anche il bagno. Io sono entrata fino alle ginocchia, per me era un po’ troppo freddina, ma due o tre di noi si sono buttati. Abbiamo fatto un fuoco con della legna portata da fuori per riscaldare chi si era bagnato e abbiamo fatto un picnic lì dentro, con la luce che proveniva da fuori.
Ripresa la barchetta siamo tornati indietro per un altro sentiero, ancora più fangoso se possibile e sotto uno scroscione di pioggia che è durato almeno mezz’ora. Imbrattati fino alle orecchie, siamo tornati ai nostri chalet.
Il pomeriggio l’ho dedicato ancora alla contemplazione dalla veranda: il fiume qui sotto è fonte di continue sorprese, come proprio cinque minuti fa, quando è passata una barca con due ragazzi e un grande uccello nero dal petto bianco appollaiato sulla prua.
Per cena siamo invitati da una famiglia del villaggio, si mangerà  sulle stuoie per terra con loro e lo sticky rice (ahimè, non è che ci vada pazza) sarà protagonista.
I laotiani che abbiamo incontrato sono tutti molto curiosi di sapere cosa c’è nel nostro paese, i nostri usi,cosa mangiamo, che lavoro facciamo, se ci sono montagne, se ci sono risaie. Si vede che non sono abituati ad avere tanti stranieri intorno. In realtà da quando siamo entrati in Laos avremo incontrato al massimo una decina di turisti in tutto. Probabilmente è dovuto anche al fatto che siamo in bassa stagione, ci sono le piogge e molti preferiscono venire da ottobre a febbraio, quando è meno caldo e non piove, e questo rende più sensato dunque l’essere qui in questo periodo. Sebbene il caldo a volte renda tutto più difficile e le piogge – dopo aver rinfrescato  - creano fango e pozzangheroni, siamo in pochi in giro e questo è molto, molto piacevole.

Foto di interni ed esterni della caverna:












5 commenti:

  1. Che dire? la vacanza ideale. Poca gente paesaggi mozzafiato e indigeni curiosi. Chiacchiere e cenette. Bello e belle le foto.

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  2. una densità di popolazione molto bassa, incredibile... e poi sì, tutti curiosi di sapere cosa succede altrove, in fondo sono solo una decina d'anni che vedono gente che va e che viene, come turisti

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  3. Tutto molto affascinante.....da leggere!!!! Non credo che avrei potuto resistere alla nottata con topo esploratore nel letto...nel materasso o dove diavolo si trovava lui!!!! Mi è corso un brivido lungo la schiena solo leggendo....dal vivo non lo immagino neanche.....brrrr!!!!!!

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  4. France' ma allora?! Ladispoli o al massimo Rimini se vogliamo essere trasgressivi :D

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    1. Non sono in vena di trasgressioni....il mare a Ladispoli o a Rimini è troppo zozzo...non ce la posso fa'!!!!!!!!!!!! :-DDDD

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