giovedì 14 giugno 2012

Piccola precisazione

A chi mi chiede se c'era bisogno di specificare qua e là e soprattutto nel titolo che si tratta del viaggio in Indocina di una vegan, rispondo brevemente.
Sì, è giusto farlo perché credo che la visione del mondo di un vegan sia diametralmente opposta a quella di un onnivoro, in altre parole il punto di vista di uno specista è diversa da quella di un antispecista. 
E' diverso il suo sguardo su ciò che incontra lungo il proprio cammino, è diverso il modo in cui si relazione con persone, animali, situazioni.

Quando leggo nei blog di viaggio di gente che pontifica sugli animali mangiati nel corso della vacanza o dell'utilizzo di animali per il proprio spasso (dai delfinari alle gitarelle in cammello alle battute di pesca, zoo, etc.etc.) non mi sento per niente affine a quel tipo di homo sapiens.
Per me il mondo non è un enorme pitale dove riversare tutte le proprie immondizie di azioni e pensieri, credo che tutti meritino del rispetto: non è mangiando un animale che faccio mio quel pezzo di mondo che sto visitando.

Ovunque ho trovato persone che hanno compreso la mia scelta e non si sono "offese", come temono in molti, quando ho rifiutato del cibo che per me non era cibo. Dipende sempre da come si fanno le cose. Un sorriso può sempre essere utile, tenetelo in tasca, pronto. La non-violenza non è fastidiosa, può forse stupire, ma nessuno avrà da ridire se non vogliamo usare, mangiare, uccidere nessuno.

1 commento:

  1. "La non-violenza non è fastidiosa, può forse stupire, ma nessuno avrà da ridire se non vogliamo usare, mangiare, uccidere nessuno."
    ecco, è proprio questo il punto. Non è che se uno si reca in un altro paese debba necessariamente diventare Barbablù come alcuni invece fanno adducendo la scusa che se sei fuori di casa devi per forza arrivare a compromessi.

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